domenica 26 febbraio 2012

PIAZZA ANDREA ROSSI - da "Libertà" del 25 Gennaio 2010


i favorevoli al nuovo nome

Con la giunta Piacenza Antagonista
E dalla città consensi "bipartisan"
«Non scelta politica, ma ricordo di una tragedia»

(crib) L'idea del cambio di nome alla piazza è del vicesindaco Valerio Sartori di Rottofreno, che afferma di voler dar voce al sentimento dei vecchi del paese, i quali hanno sempre riconosciuto la bontà dell'operato di Rossi. La scelta di piazza Fratelli Maserati, non sarebbe legata a ragioni politiche o contro la passata amministrazione (che la inaugurò con questo nome nel 2009): semplicemente, fu quello il luogo in cui avvenne la fucilazione del giornalista. L'attuale denominazione ai fratelli Maserati non verrà cancellata, ma dovrebbe passare a un'altra piazza al centro del paese, tra via Agazzano e via XXV Aprile.
Naturalmente, a sostenere la proposta c'è il figlio dell'assassinato, l'avvocato piacentino Giandomenico Rossi, il quale invita a distinguere l'uomo rispetto al suo ruolo lavorativo. «Mio padre aveva bisogno di lavorare e preferì non venir meno ai suoi doveri, continuando umilmente la sua attività in prefettura come responsabile stampa, senza mai essere coinvolto col fascismo, almeno in maniera non maggiore di tutti coloro che allora lavoravano negli uffici pubblici» ribadisce, accusando chi dice il contrario di «non conoscere la verità».
A sostegno delle affermazioni di Rossi, c'è poi l'intervento del presidente dell'associazione Piacenza Antagonista, Pino De Rosa. «Ha meritato di essere ucciso soltanto perché fascista? - si chiede -. Un uomo ammazzato è pur sempre una vittima: non c'è nulla di male se gli si intitola una piazza. L'atto del Comune di Rottofreno è intelligente perché esce dalle logiche di parte». E sulle critiche dell'Anpi precisa: «Dovrebbe fare autocritica, visto che due anni fa ha patrocinato il libro "Quasi, quasi vado a ballare…", realizzato da un laboratorio della scuola media di Calendasco, nel quale la vicenda di Rossi è narrata in maniera corretta e onesta».
Lunedì, durante la seduta del consiglio comunale di Piacenza, diversi consiglieri hanno preso le distanze da chi critica la proposta. E' il caso di Benedetto Ricciardi del Pd («Fu solo un addetto stampa, una vittima e mi meraviglio di sentire ancora queste polemiche dopo tanti anni»), di Sandro Ballerini (Gruppo misto) e del suo collega Carlo Mazza. Analoghe posizioni sono state espresse da Marco Tassi (Pdl), Stefano Frontini (Piacenza Libera) e Giampaolo Crespoli (Alleanza per l'Italia). «Fu un delitto efferato anche a detta degli stessi partigiani», sottolinea quest'ultimo. Oggi, in questa pagina, un nuovo intervento a favore: si tratta dell'85enne Giorgio Bernardi, abitante di San Nicolò e soprattutto testimone di quel tragico fatto.

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