Lo stradario di San Nicolò tra storia e memoria di parte
Piazza Rossi? Ci si arriva passando
per Piazza Togliatti e Piazzetta Barca
per Piazza Togliatti e Piazzetta Barca
di STEFANO ROMANINI*
Inizio questo mio intervento con la citazione di una frase del Manzoni: "Quell'ignoranza che l'uomo assume e perde a suo piacere, non è una scusa, ma una colpa".
Dopo aver atteso qualche giorno affinché gli animi si chetassero un poco, ed essermi fatto un'idea più chiara possibile riguardo ai termini dell'acceso scambio di opinioni, letti nei giorni scorsi riguardola Piazza "Maserati o Rossi" di San Nicolò, sento la necessità di tentare di porre il dibattito su un piano concettuale, sempre che sia possibile.
Non voglio essere ipocrita e quindi provvedo a chiarire immediatamente che la mia missiva è indirizzata a tutti, ripeto tutti, coloro che si sono dichiarati contrari con i loro interventi all'intitolazione dell'attuale Piazza F. lli Maserati, al dottor Andrea Rossi.
Non voglio entrare, ora, nel merito circa la scelta fatta dall'Amministrazione comunale di Rottofreno. Di questo, credo, se ne parlerà nelle sedi opportune. No, vorrei evidenziare le argomentazioni dei pareri contrari a questa scelta.
Nei diversi interventi si sono addotte motivazioni varie, ma quelle maggiormente ricorrenti erano di due tipi: per dedicare una via o una piazza occorre che il "destinatario" abbia manifestato, durante la propria vita, atti od opere in genere che diano lustro al Paese (inteso sia come nostro paesino, sia come Nazione), oppure, non si può dedicare un luogo pubblico ad una persona che, anche non in modo diretto (come nel caso del dottor Rossi), ha compartecipato in modo convinto e consapevole ad un regime che ha creato terrore e morte durante la guerra civile 1943-1945.
Riguardo alla prima dissertazione segnalo che a pochi metri dalla piazza "incriminata", l'Amministrazione comunale precedente ha intitolato la piazzetta ove si svolgono in genere le feste della Pro-loco sannicolina a tale "Annibale Barca". Ma chi era questo personaggio? Proprio lui, l'Annibale degli elefanti, un cartaginese (ora si direbbe maghrebino) che non era passato da queste parti per diffondere pillole di cultura o di pace, ma era qui per "suonarle" (eccome se le ha suonate!) ai romani…. e se la storia non ci inganna anche qui, i romani saremmo noi; ma si sa, bisogna essere "politically correct".
Comunque in questo caso non ricordo di aver sentito organizzazioni che sostengono la paternità dell'Italia liberata con le loro battaglie, scagliarsi contro chi invece dedica una piazza ad uno straniero che l'Italia la voleva conquistare.
La seconda motivazione addotta è il motivo che mi ha spinto ad intervenire: procedendo qualche passo dalla piazzetta "Annibale" di cui sopra, si giunge a quella che fino a qualche tempo fa rappresentava la maggior piazza (che poi della piazza ha ben poco) di San Nicolò: Piazza Palmiro Togliatti. Ora, partendo dalle disquisizioni esposte dai "contrari" chiedo: ma è lo stesso Palmiro Togliatti che portava sempre al taschino un orologio regalatogli, durante la guerra civile di Spagna da Negrin, appena tolto sotto i suoi occhi dal gilè di un povero morto appena fucilato? Ma soprattutto è forse lo stesso Palmiro Togliatti che nell'Unione Sovietica, nel corso del "Grande terrore" tra il 1935 e il 1939 vistava personalmente i procedimenti giudiziari e gli elenchi con le relative condanne con la scritta di suo pugno "soglasen" (ovvero: sono d'accordo) di italiani laggiù rifugiati perché antifascisti?
La storia, quando non manipolata dal negazionismo, ci viene in soccorso. Con la caduta dei muri, ovvero quello di Berlino e quello dell'omertà della sinistra del dopoguerra, ci arrivano i documenti inconfutabili che comprovano che si, è lo stesso Palmiro Togliatti.
Allora, egregi "contrari", spigatemi, spiegate a tutti perché Andrea Rossi è colpevole per la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, senza alcuna responsabilità verificabile per i morti partigiani durante la guerra civile italiana, mentre Palmiro Togliatti non è colpevole per la sua partecipazione attiva (con i suoi avalli scritti) nell'epurazione di italiani nella Russia staliniana?
Però, per cortesia, almeno questa volta date motivazioni plausibili o, per lo meno, intelligenti.
* Piacenza Antagonista
Dopo aver atteso qualche giorno affinché gli animi si chetassero un poco, ed essermi fatto un'idea più chiara possibile riguardo ai termini dell'acceso scambio di opinioni, letti nei giorni scorsi riguardo
Non voglio essere ipocrita e quindi provvedo a chiarire immediatamente che la mia missiva è indirizzata a tutti, ripeto tutti, coloro che si sono dichiarati contrari con i loro interventi all'intitolazione dell'attuale Piazza F. lli Maserati, al dottor Andrea Rossi.
Non voglio entrare, ora, nel merito circa la scelta fatta dall'Amministrazione comunale di Rottofreno. Di questo, credo, se ne parlerà nelle sedi opportune. No, vorrei evidenziare le argomentazioni dei pareri contrari a questa scelta.
Nei diversi interventi si sono addotte motivazioni varie, ma quelle maggiormente ricorrenti erano di due tipi: per dedicare una via o una piazza occorre che il "destinatario" abbia manifestato, durante la propria vita, atti od opere in genere che diano lustro al Paese (inteso sia come nostro paesino, sia come Nazione), oppure, non si può dedicare un luogo pubblico ad una persona che, anche non in modo diretto (come nel caso del dottor Rossi), ha compartecipato in modo convinto e consapevole ad un regime che ha creato terrore e morte durante la guerra civile 1943-1945.
Riguardo alla prima dissertazione segnalo che a pochi metri dalla piazza "incriminata", l'Amministrazione comunale precedente ha intitolato la piazzetta ove si svolgono in genere le feste della Pro-loco sannicolina a tale "Annibale Barca". Ma chi era questo personaggio? Proprio lui, l'Annibale degli elefanti, un cartaginese (ora si direbbe maghrebino) che non era passato da queste parti per diffondere pillole di cultura o di pace, ma era qui per "suonarle" (eccome se le ha suonate!) ai romani…. e se la storia non ci inganna anche qui, i romani saremmo noi; ma si sa, bisogna essere "politically correct".
Comunque in questo caso non ricordo di aver sentito organizzazioni che sostengono la paternità dell'Italia liberata con le loro battaglie, scagliarsi contro chi invece dedica una piazza ad uno straniero che l'Italia la voleva conquistare.
La seconda motivazione addotta è il motivo che mi ha spinto ad intervenire: procedendo qualche passo dalla piazzetta "Annibale" di cui sopra, si giunge a quella che fino a qualche tempo fa rappresentava la maggior piazza (che poi della piazza ha ben poco) di San Nicolò: Piazza Palmiro Togliatti. Ora, partendo dalle disquisizioni esposte dai "contrari" chiedo: ma è lo stesso Palmiro Togliatti che portava sempre al taschino un orologio regalatogli, durante la guerra civile di Spagna da Negrin, appena tolto sotto i suoi occhi dal gilè di un povero morto appena fucilato? Ma soprattutto è forse lo stesso Palmiro Togliatti che nell'Unione Sovietica, nel corso del "Grande terrore" tra il 1935 e il 1939 vistava personalmente i procedimenti giudiziari e gli elenchi con le relative condanne con la scritta di suo pugno "soglasen" (ovvero: sono d'accordo) di italiani laggiù rifugiati perché antifascisti?
La storia, quando non manipolata dal negazionismo, ci viene in soccorso. Con la caduta dei muri, ovvero quello di Berlino e quello dell'omertà della sinistra del dopoguerra, ci arrivano i documenti inconfutabili che comprovano che si, è lo stesso Palmiro Togliatti.
Allora, egregi "contrari", spigatemi, spiegate a tutti perché Andrea Rossi è colpevole per la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, senza alcuna responsabilità verificabile per i morti partigiani durante la guerra civile italiana, mentre Palmiro Togliatti non è colpevole per la sua partecipazione attiva (con i suoi avalli scritti) nell'epurazione di italiani nella Russia staliniana?
Però, per cortesia, almeno questa volta date motivazioni plausibili o, per lo meno, intelligenti.
* Piacenza Antagonista
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