domenica 26 febbraio 2012

PIAZZA ANDREA ROSSI - da "Libertà" del 24 Gennaio 2012


La posizione dell'Associazione Piacenza Antagonista
No, l'Amministrazione non receda
Anche i fascisti possono essere vittime
L'Associazione culturale Piacenza Antagonista, sodalizio provinciale ma con sede nel comune di Rottofreno, intende intervenire nel merito della vicenda che ha visto il comune di Rottofreno deliberare il cambio della denominazione dell'attuale piazza fratelli Maserati, destinando l'intitolazione ad Andrea Rossi.
Le polemiche che sono seguite hanno una chiara lettura che intendiamo porre all'attenzione dell'amministrazione comunale, dei cittadini e del mondo culturale.
Coloro che sostengono che la nuova denominazione della piazza è inopportuna basano il loro assunto unicamente sul fatto che la vittima dell'assassinio, cui andrà dedicata la piazza, era un aderente alla Repubblica Sociale Italiana o più latamente "un Fascista".
In verità durante il periodo della guerra civile ci furono moltissimi casi simili a quelli di Andrea Rossi.
Citeremo 3 casi ulteriori:
Rodolfo Amori e Francesco Oddi il 31 marzo del 1944 scesero dalla corriera nella piazza di Pecorara e si stavano avviando in Municipio per portare sussidi agli sfollati. Furono assassinati in un agguato da un gruppo di partigiani riconducibili alla banda di Amboli di Castelsangiovanni. Banda poi giustiziata dai partigiani stessi. E' forse questa la data d'inizio della guerra civile nel piacentino.
Francesco Cavallini il 25 febbraio del 1945 era in casa sua quando fu prelevato e poi assassinato nonostante le suppliche di sua moglie. Anche in questo caso si trattava di una persona molto stimata oltre che di un ottimo calciatore (fu capitano del Piacenza) ed a lui è stato dedicato il campo sportivo di Nibbiano. Ma l'Anpi non deve essersene accorta!
Elvira Villa, colpevole di aver fatto la cuoca in diversi presidi della Brigata Nera, fu prelevata presso la sua abitazione portata sul pubblico passeggio e fucilata. Era il 30 aprile del 1945.
Si tratta di casi, ma tanti ne potremmo citare, che non sono altro che omicidi.
Nulla a che fare né con la guerra né con la guerriglia.
Andrea Rossi per esempio, il 26 aprile del 1945, mancavano 2 giorni all'occupazione militare anglo-americana di Piacenza, se ne tornava a casa da solo e disarmato, non credendo di dover temere nulla. Era l'addetto stampa della Prefettura. Ed è noto a tutti che gli addetti stampa del Prefetto sono "il suo braccio destro"……...
Ebbene se questi sono, ed altro non sono, che omicidi, non è un male ricordarne con una pubblica piazza, quella che fu teatro del delitto, la memoria delle vittime ai posteri.
Le critiche evidentemente nascono dalla convinzione che poiché si tratta di Fascisti non sono vittime ma persone che per la loro solo appartenenza potevano tranquillamente essere ammazzati ed evidentemente assolve i banditi che dell'omicidio si sono macchiati.
Nulla di nuovo in realtà, se la formula dell'uccidere un Fascista non è reato è stata usata e messa in atto anche in anni molto più vicini a noi. Almeno però lo dicevano chiaramente e senza l'ipocrita buonismo attuale.
Laddove quindi qualcuno vorrebbe imporre all'Amministrazione di Rottofreno di tornare sui suoi passi perché, essendo Andrea Rossi un Fascista hanno fatto bene ad ammazzarlo, noi intendiamo chiaramente sostenere la delibera amministrativa perché un uomo ammazzato, tra l'altro nella memoria popolare stimato e benvoluto anche post mortem, rimane pur sempre una vittima cui ingiustamente è stata tolta la vita e chi si è macchiato di quel delitto è senza dubbio un assassino.
Ecco perché l'atto del comune di Rottofreno prima che giusto è intelligente, dal momento che esce dalla logica di parte e tende a far si che la storia insegni senza ipoteche sulla memoria ed alla larga dai gendarmi che, ormai anacronisticamente, hanno la pretesa di poter discernere, con malcelata superba presunzione, ciò che sarebbe legittimo da ciò che non lo sarebbe.
L'amministrazione di Rottofreno non receda!
Pino De Rosa Presidente
Piacenza Antagonista

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