domenica 26 febbraio 2012

PIAZZA ANDREA ROSSI - da "Libertà" del 24 Gennaio 2012


Dalla maggioranza nessun dietro-front
Il vicesindaco Sartori: «Abbiamo raccolto il desiderio della popolazione»


SAN NICOLÒ - Com'era immaginabile quando si toccano temi delicati come la Resistenza e la guerra civile, il caso della prevista intitolazione di una piazza di San Nicolò al repubblichino Andrea Rossi ha scatenato vive reazioni opposte da parte di diversi ambienti. Il proposito della giunta guidata da Raffaele Veneziani - su idea del vicesindaco Valerio Sartori - è quello di dedicare a questo ex funzionario della prefettura la piazza dove venne fucilato da due partigiani, quella che oggi si chiama piazza Fratelli Maserati e venne istituita nel 2009 dalla scorsa amministrazione in omaggio ai fratelli che fondarono la casa automobilistica omonima, originari - pare - di San Nicolò. Ad accendere la polemica erano stati i consiglieri di minoranza Simona Bellan e Mara Negrati con un lungo intervento, che pubblichiamo integralmente a pagina 44 insieme agli altri interventi, sia in difesa che in accusa. «Non scendiamo in polemiche, siamo in possesso della documentazione sull'operato di Rossi e non ci fidiamo del passaparola» precisa la Bellan, rispondendo indirettamente a Sartori. «Anche noi conosciamo anziani del paese che la pensano come noi e hanno diversi dubbi sulla figura di Rossi».
Ma non tutti sono dello stesso parere. Nel dibattito interviene così Pino De Rosa, presidente dell'associazione Piacenza Antagonista (che ha sede proprio nel comune). «Chi si oppone alla nuova denominazione lo fa sostenendo unicamente che la vittima dell'assassinio era un aderente alla Rsi» spiega. «Ma se non fu altro che un omicidio, non è un male ricordarne la memoria su quella piazza che fu teatro del delitto. Le critiche nascono dalla convinzione secondo cui i fascisti, per la loro appartenenza politica, potevano tranquillamente essere ammazzati. In più Rossi è stato benevolmente ricordato anche post mortem dalla popolazione».
Di tutt'altro tenore il comunicato ufficiale dell'Anpi piacentina, che accusa direttamente Sartori, reo di aver «trascinato, per motivi personali, la memoria di Andrea Rossi sul terreno di un pubblico scontro, strumentalizzandola e proponendo motivazioni che sfiorano l'apologia». Secondo i partigiani piacentini, Rossi, nella sua scelta di aderire alla Rsi agli ordini del prefetto Graziani, sarebbe stato «favorevole alla guerra e al soffocamento di ogni forma di libertà. Poteva essere anche una persona non dedita alla sopraffazione, ma era, in un momento estremo, partecipe di un meccanismo fuori legge e antilibertario, contrario al legittimo governo nazionale, il Cln, a cui era affidata la salvezza dell'Italia».
La maggioranza, da parte sua, non fa dietro front come fece la giunta di Franco Albertini a Pecorara, per il tentativo di intitolare al vescovo Jacopo da Pecorara l'attuale piazza XXV Aprile. «Andiamo assolutamente avanti con questo proposito» ribadisce il vicesindaco Sartori alla luce dei nuovi interventi. «Crediamo sia un atto meritevole per una persona che è stata uccisa. Non è una cosa che dipende da motivi politici, perchè non sarebbe nel mio costume agire così. Semplicemente, abbiamo raccolto il desiderio della popolazione originaria di San Nicolò che vuole venga ricordata questa persona. Sono contento che ora si parli e si discuta, ma la verità è nelle parole di chi ha vissuto quel giorno. E noi siamo qui a dargli voce».
Cristian Brusamonti

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