Annibale Barca |
“PERCHE’ INTITOLARE QUALCOSA AD ANNIBALE ?”
di Stefano Romanini
Il tempo, come è normale che sia, tende a far dimenticare tutto. Per far si che ciò non accadesse, anche per il solo potersi tramandare sistemi di sopravvivenza, la specie umana inventò la comunicazione. Prima verbale, poi grazie a Dio, anche quella scritta.
Da quel momento nacque una delle discipline fondamentali per tutti noi: la Storia , ovvero lo studio degli eventi prodotti dall’uomo. E la conoscenza della Storia, in modo particolare quella riferita ai luoghi ove ognuno di noi vive, risulta essere per lo meno basilare.
Questo breve preambolo perché da un po’ di tempo leggiamo anche sulle pagine del nostro quotidiano articoli, interventi e lettere che celebrano la figura di Annibale o Annibale Barca qualsivoglia.
Associazioni benemerite quali il Rotary che con la collaborazione del Comune di Gazzola erigono, vicino al ponte sul Trebbia di Tuna, un monumento in vetroresina a “grandezza naturale” raffigurante un elefante come quelli utilizzati dal comandante cartaginese nella battaglia del 18 dicembre 218 a .c., e che pare sia stata combattuta in quella zona.
Lettori che scrivono auspicando che proprio il ponte di Tuna possa essere intitolato allo stesso Annibale…..” a seguito del sondaggio che ha portato alla titolazione del nuovo ponte sorto tra Sordello e la tangenziale sud di Piacenza al maresciallo dei pontieri Palladini caduto in un attentato in Afghanistan. Desiderio, questo, suffragato anche dalla stampa locale con l’invio a stretto giro di mail della proposta al Presidente della provincia Trespidi.
Oppure, come ebbi già modo di scrivere, amministrazioni comunali come quella guidata dall’ex Sindaco di Rottofreno, Maserati, che addirittura dedicano una piazza di San Nicolò al condottiero nord africano.
Il tempo, come dicevo, azzarda al diradamento delle cognizioni sugli accadimenti, tutto ciò infatti appare come normale, mentre potrebbe, invece, risultare quasi una bestemmia se un nostro compatriota si augurasse che un ponte sul fiume Isonzo nei pressi di Caporetto (l’attuale Kobarid slovena) potesse essere intitolato al comandante delle forze tedesco-austro-ungariche generale Otto Von Below.
Tra la battaglia del Trebbia e quella di Caporetto passano, si, ben 2135 anni, ma il principio è lo stesso !
Annibale e Von Below erano entrambi nemici del nostro popolo e per di più invasori. Poco importa se in un caso i “nostri” parlassero latino e nell’altro il nostro attuale idioma italiano.
La città di Piacenza fu fondata dai romani, credo possa essere da tutti convenuto che la nostra condizione di appartenenza al popolo italiano, parta proprio da li. Quindi che cosa c’entra Annibale con la nostra storia se non il fatto che tentò con la guerra di renderci tutti nord africani e non certo gli attuali europei?
Publio Cornelio Scipione |
Tutt’al più sarebbe opportuno dedicare il ponte di Tuna a Publio Cornelio Scipione che pur partecipando alla sconfitta determinata dall’improvvido comando del senatore Tiberio Sempronio Longo, riscattò l’italica stirpe qualche anno dopo in quel di Zama (202 a .c.) sconfiggendo definitivamente Cartagine.
La deriva culturale delle nostre generazioni, la totale perdita del senso di appartenenza, la rimozione delle nostre origini e delle nostre tradizioni sono le vere cause che hanno originato la pseudo società nella quale oggi siamo costretti a sopravvivere. Molto più dello spread e delle crisi economiche create ad arte dai poteri “mondialisti”.
Pur nella convinzione che l’elefantone sia stato laggiù collocato in buona fede con il solo scopo di ricordare l’evento storico in se ed utilizzato quale rafforzativo dato che la specie animale non risulta essere per nulla autoctona, si spera che in futuro coloro che pensano di dedicare qualsiasi luogo o cosa ad Annibale possano esimersi dal farlo e soprattutto di equiparare tale personaggio storico a grandi uomini come il maresciallo Palladini che l’Italia l’hanno onorata e non combattuta.
Piacenza Antagonista
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